giovedì, gennaio 14, 2010

Il futuro rinasce dal basso

A cosa dovrebbero servire sia i politici che gli economisti, se non ad indicare le possibili soluzioni ai problemi: mi aspetto che propongano soluzioni che si possano adottare. Ma la situazione attuale mostra con tutta evidenza che dietro alle parole di rito non esiste alcuna consapevolezza né dei problemi né delle soluzioni. Appare evidente che sono inadeguati al compito per cui sono stati o si sono proposti: la gestione dell'esistente ha bisogno di poca innovazione e di molti controlli.
Ci si aspetterebbe che gli esperti sappiano indicare a tutti cosa andrebbe fatto, ma in realtà la classe dirigente non è in grado di concepire nulla che non rientri nei confini della economia globalizzata e del libero mercato con il consumo sfrenato di risorse e la crescita economica ad ogni costo.
Così si stanno accumulando una dopo l'altra, crisi di ogni tipo: da quella finanziaria a quella ecologica, dalla fame delle popolazioni alle migrazioni selvagge, dalla insicurezza del futuro alla perdita della solidarietà.
Anche se di tipo diverso, queste crisi hanno un collegamento reciproco: sono l'indicatore che il sistema non è più in grado di autoregolarsi, come vorrebbero le teorie economiche liberistiche. Anche di fronte a questi problemi non si trovano né idee né soluzioni, e quando si propongono dei compromessi al ribasso non si riesce a trovare l'accordo delle diverse entità nazionali.
Chi spera quindi che gli organismi internazionali possano fare qualcosa è destinato a disilludersi, come si può vedere dall'esito fallimentare delle grandi riunioni: FAO, G8, clima...
Bisogna che le soluzioni escano dalle persone, da chi vive realmente i problemi, da chi comincia a capire che questo sistema mondiale si alimenta della situazione esistente la sfrutta e tende a conservarla.
La soluzione non arriva dai singoli, ma dall'unione delle forze, delle speranze e delle idee di chi ha problemi simili e decide di percorrere strade diverse, di non credere al pensiero unico delle masse ma di battere piste nuove.

Nessun commento:

Posta un commento