martedì, febbraio 08, 2011

Basta con lo spreco di terreno agricolo

Non è il caso di lamentarsi troppo, se un terreno è incolto, ma in area urbana, meglio se vicino a una rotatoria, oppure nei pressi di uno svincolo autostradale, rende molto di più se serve come base per una costruzione che non per le patate che ci si potrebbero piantare.
Se poi non ci sono strade si possono costruire, in modo da valorizzare meglio gli spazi circostanti.
Così facendo si sono persi migliaia di ettari di suolo agricolo, senza possibilità di recupero. L'industria delle costruzioni ha una grande importanza per l'economia del paese.
Si tratta di una catena che avvantaggia tutti gli attori: le imprese edili costruiscono, con beneficio di tutta l'economia ( impianti elettrici, serramenti, sanitari, piastrelle ... ), i produttori di cemento ugualmente, e anche i progettisti e poi i notai e poi lo stato che può incassare le tasse e i comuni...
I comuni sono ben contenti perché possono usare gli oneri di urbanizzazione per rinsanguare il proprio bilancio deficitario e per i posti di lavoro che vengono creati sul territorio.
I proprietari dei terreni fanno buoni affari e si vedono incassare capitali insperati.
Tutti sono contenti, tranne il paesaggio rurale, quello che dovrebbe essere uno dei beni più preziosi da mantenere e preservare: ma il paesaggio e il cosiddetto "bene comune" e quindi per definizione di tutti e quindi di nessuno. Il paesaggio rurale non ha valore monetizzabile.
Succede così che dal Piemonte al Veneto sia una unica città di centri commerciali, multisale, concessionari auto, parcheggi e capannoni.
La espansione urbana è casuale e incontrollata, senza alcuna pianificazione che ne ordini l'organizzazione.
Un caso particolare di questa espansione è il territorio parmense, dove sono concentrate produzioni di alta qualità, come Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, e per questo proposta e valorizzata come Food Valley italiana.
Per mostrare lo scempio di questo territorio è stato realizzato, a cua del WWF di Parma, un documentario che mostra cosa sta succedendo in quel territorio.



Siamo stati abituati a pensare che non ci sia limite alla disponibilità delle risorse, ma quando lo spazio in pianura sarà terminato, costruiremo sulla luna, o sulla cima dei monti?


Da dove arriverà il cibo per nutrirci? Già ora l'Italia non è autosufficente, e noi siamo convinti che i prodotti alimentari italiani siano i migliori. Fin che ci saranno, poi li importeremo, ma marcati Made in Italy.

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